Ciao a questa domanda non c'è una risposta chiara e univoca:in teoria si,ma nella pratica no.Il processo di ricarica funziona facendo spostare gli ioni di litio dal polo positivo al polo negativo,e questo è reso possibile dalla corrente che immettiamo attraverso l alimentatore,facendo salire il voltaggio sino al livello di picco, dove resta stabile e poi cala nella parte finale.Quindi più è potente il caricatore ,più velocemente si arriva a 4v e più velocemente si completa la carica. Il problema è che la batteria è chiusa ,fisicamente piccola e sta all interno di uno smartphone sigillato e questo crea problemi. Il passaggio di corrente crea calore,e più è veloce e più ne genera. Il secondo è il liquido che separa polo positivo e polo negativo,che in presenza di calore inizia a evaporare. E come puoi immaginare questo vapore non può andare da nessuna parte essendo la batteria siggilata. Quindi asiugandosi il liquido finisce e la batteria si rovina perdendo efficacia. Per ovviare a questo inconveniente le aziende usano 2 batterie in parallelo,invece che 1 sola grande,così ognuna riceve metà dei watt di ricarica e dunque metà calore, l altra è quella di rivestire le batterie con materiale con migliore conducibilità, la vernice di grafene per esempio è ottimo. Quindi per capirlo bisogna leggere la scheda tecnica dello smartphone , cercando in particolare i cicli di ricarica che generalmente sono 500. Quindi la cosa migliore è evitare di interrompere la ricarica continuamente,in modo particolare quando si usa la ricarica ad induzione. Quindi è sempre consigliato che l autonomia residua scenda sotto il 15/20% e fare una unica ricarica completa per far durare nel tempo la batteria.