Ciao a tutti, Perdonate la protervia, se potrete. Speravo di sollecitare un dibattito costruttivo che giungesse a convincimenti e soluzioni efficaci. Non è stato così, quindi ho deciso di concludere i miei interventi in questo thread spiegando direttamente le motivazioni dei comportamenti di Google e di Samsung e fornendo la soluzione definitiva. Davvero credete, e per queste oltre 240 pagine più gli interventi censurati parrebbe proprio di sì, che Google e Samsung si divertano a fare dispetti e scontentare i propri clienti? Non è così. Dobbiamo ragionare più in grande e rispondere al quesito “cui prodest?” basandosi sull’interazine di sistemi complessi. Il comportamento di Google giova a noi, noi utenti di Android. Già, dobbiamo ragionarci e riconoscerlo. I nostri smartphone, lo sapete benissimo, sono colmi di applicazioni che accedono a tutto il suo contenuto (rubrica, foto, video, appunti, ecc.) e a tutto il sistema (WiFi, rete mobile, posizione, ecc.). Tutte le app richiedono i permessi di accesso a dati e funzioni, ma per la registrazione delle chiamate è diverso. Prima di tutto tenete presente che per ben e mal intenzionati il contenuto del vostro telefono cellulare è molto più pregiato del top di gamma che potreste possedere. Secondo tenete presente che le telefonate non appartengono né al contenuto sopra citato né al sistema sopra citato, ma sono dati labili, importantissimi per voi e per le orecchie indiscrete e per questo ancora più preziosi. Qualcuno di voi ricorderà sicuramente lo scandalo di Ecelon, la raccolta di signal intelligence (SIGINT) e analisi dei segnali. In quel caso l’ ”orecchio” apparteneva ai cinque stati firmatari dell'accordo di sicurezza. Lo scopo ufficiale era l’utilizzo della rete di comunicazione per l’antiterrorismo, ma tutti si sentirono, secondo me a torto, un po’ spiati. Cosa volete che mi importi se un software del Governo neozelandese analizza automaticamente le mie chiamate: non si tratta di persone che ascoltano persone. Così come i dati raccolti dai gestori di telefonia, dai motori di ricerca, dalle banche, dalla grande distribuzione, dalle amministrazioni comunali, dalle videocamere di sicurezza, ecc., che vengono elaborati da software dietro ai quali non c’è una personcina che dica “guarda quel bischero del tal dei tali cos’ha comprato o fatto”. Con le applicazioni che accedono alla rubrica e alle conversazioni è molto, ma molto diverso. L’ambito somiglia più a quello dei social, dove ingenui genitori pubblicano le foto in déshabillé dei propri inconsapevoli figli. Il malintenzionato, anche in assenza di più chiari riferimenti (che spesso ahimè compaiono, come la città di residenza, ecc.) vede, osserva i contesti, i panorami di altre foto pubblicate dalla medesima famiglia, dei gusti, dei luoghi frequentati, dei membri e degli amici; risale a dove vivete, cosa fate e, se ha forti problemi psicotici, l’ossessione può avere il sopravvento. È una persona, o un gruppo di persone, pericolosa e traccia voi in quanto tali, non in quanto uno fra i tanti. Se fin qui mi avete seguito, sarà conseguente il ragionamento che singoli individui o microscopiche società che promuovono applicazioni che frugano nel telefono e, addirittura, intercettano la labilità del parlato, possono appropriarsi di dati che potrebbero non essere utilizzati in aggregazione, ma individualmente, anche se non siete ricchi o famosi, anzi, proprio perché non siete ricchi o famosi. I dati fanno diventare ricchi! Google (ma anche Microsoft, Apple, Facebook, ecc.) non possono e non devono diffondere panico, ma conoscenza e sicurezza. Sulla prima pare che ci sia ancora davvero molto da fare. Anche sulla sicurezza c’è da lavorare e impedire l’accesso alle rubriche e alle comunicazioni da parte di applicazioni non ufficiali rientra proprio in questo contesto. L’avvocato del diavolo osserverà che anche la fotocamera è oggetto di accesso da parte di numerose applicazioni. Sì, è vero, ma è diverso, profondamente diverso, ammenoché non utilizziate la telecamera dello smartphone come specchio mentre siete nudi in bagno. Non dimenticate che Google ha proposto e riproporrà sul mercato i Google Glass, occhiali per la realtà aumentata muniti di telecamere che riprendono tutto ciò che è di fronte a voi. Anche in questo caso si dovrà parlare di sicurezza e riservatezza, ottenibili con la cultura sull’utilizzo del mezzo e il controllo informatico. L’avvocato del diavolo osserverà anche che modificando il CSC con quello Thainlandese le cose cambiano e che non tutti i sistemi basati su Android escludono così categoricamente la possibilità di registrare le chiamate. Se queste sono le Vostre osservazioni vi chiedo se siete abituati ad trovare sempre "la pappa scodellata". Logica avanti tuttaaa! “Vuolsi così colà dove si puote…”, proferisce Virgilio, per quietare gli agitati spiriti e rammentare loro che vi è un disegno più complesso di quello che vedono i loro occhi. Non posso concludere senza scusarmi con le moderatrici/ori che la mia stizza per la loro scarsa partecipazione mi ha fatto ritenere inadeguate al compito che svolgono. Hanno tutta la mia comprensione per il loro paziente, noiosissimo e faticoso lavoro. In effetti chi modera non deve partecipare alle discussioni, altrimenti il sistema comunitario non funziona più; devono moderare, dare direttive di comportamento ed eliminare messaggi non consoni, far scorrere le pagine, a costo di critiche feroci.... È giusto così, ovvero, come per la democrazia o il blocco delle registrazioni, al momento non c'è di meglio 😉 Vorrei argomentare di più e meglio, ma ho occupato troppo tempo e molto spazio di questa evanescente pagina che in men che non si dica immagino scorrerà nel passato subissata da commenti, forse nemmeno inerenti l’argomento in oggetto. Aah! Dimenticavo, la soluzione: per il momento suggerisco un dittafono, come fanno le Iene, da utilizzare con il vivavoce. Chiedo venia e saluto tutti cordialmente. Franco
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